Gli spostamenti a Roma sono spesso un problema, lo sanno bene i romani che ogni giorno devono immergersi nel traffico e nelle criticità di una città complessa anche per quel che riguarda i trasporti. Per questo muoversi a Roma tra zone a traffico limitalo (ZTL), linee della metropolitana, bus, taxi e NCC; nonostante le grandi possibilità è spesso più difficile e caotico di quanto si pensi. Ma forse qualcosa potrebbe cambiare.
Muoversi a Roma tra presente e futuro
No, non parliamo delle promesse elettorali di risolvere il problema del traffico di Roma, di costruire nuove linee della metropolitana, potenziare i mezzi del trasporto pubblico o altri interventi talmente ovvi quanto “stranamente” impensabili nella nostra città. Parliamo delle nuove funzionalità che Google Maps, la celebre applicazione di geolocalizzazione dell’altrettanto celebre società di Mountain View, ha introdotto.
Anche la mappa di Roma, come avvenuto già per altre città, accoglie numerose nuove funzionalità che permetteranno di muoversi con maggiore libertà e flessibilità. L’aggiornamento risponde a diverse esigenze, non ultima quella di offrire soluzioni alternative e più sicure per gli spostamenti a piedi in tempi di pandemia, ma l’utilità resta anche quando l’emergenza Covid sarà superata e le misure restrittive sugli spostamenti saranno solo un ricordo.
Tra le novità integrate nella mappa di Roma da Google Maps per muoversi nella città eterna troviamo l’indicazione dei semafori, delle isole e delle strisce pedonali e dei marciapiedi. Ma non solo: anche la pendenza e la larghezza delle strade e quanto queste sono in quel momento affollate. Lo scopo di queste informazioni? Consentire spostamenti più rapidi, agili e sicuri a tutti, anche a coloro che si muovono su una sedia a rotelle o ai genitori con un passeggino.
Le nuove funzionalità si basano sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e di algoritmi in grado di offrire risposte sempre più dettagliate e utile alle esigenze del momento. Quelle di Google Maps saranno sempre più mappe non statiche (come erano i vecchi stradari) ma interattive e personalizzate sulle necessità di chi deve muoversi a Roma.
Muoversi a Roma nel passato
Per gli amanti della storia, ma anche per i curiosi, i ricercatori e coloro che vogliono approfondire l’aspetto degli spostamenti nell’antichità possono far riferimento alla piattaforma ORBIS. Si tratta di un progetto sviluppato da alcuni ricercatori dell’Università di Stanford che consente di, come avviene oggi con gli attuali navigatori satellitari, di inserire un punto di partenza e uno di destinazione e capire il tempo, la lunghezza e il percorso migliore per raggiungere una località.
Non solo, per rendere l’informazione ancora più dettagliata e reale è possibile selezionare il tipo di percorso che si vorrebbe percorrere (strada, fiume, mare costiero o mare aperto) e avere informazioni sulla durata e la distanza in base al tipo di mezzo di trasporto impiegato (a piedi, con l’asino, con il carro o con la carrozza) e quanto sarebbe costato il viaggio.
E scoprire, per esempio, che da Roma a Lione in Francia il percorso migliore in estate è quello che parte dalla città eterna e raggiunge Populonia (attualmente una frazione del comune di Piombino a Livorno e anticamente l’unica città etrusca sorta sulla costa) e da lì prende una nave verso la Corsica per poi ripartire alla volta di Marsiglia per poi proseguire fino nell’entroterra della Gallia. Risultato? Ci volevano circa 16 giorni per compiere gli oltre mille chilometri di distanza.
Oggi la distanza a piedi sarebbe di 962 chilometri e, Google Maps alla mano, ci vorrebbero circa 8 giorni di cammino. Molto meno con la propria auto (10 ore e mezza), con il treno (9 ore e mezza) o con l’aereo (1 ora e mezza). Ma ORBIS resta un valido strumento per capire come ci si muoveva nell’impero romano quando era all’apice della sua espansione e la rete di strade copriva addirittura tre continenti.
Immagine in evidenza: thanks to mapsof.net