Quando si parla di Roma sono tanti gli aggettivi e gli epiteti con i quali si fa riferimento a questa città. Roma, al di là di quello che pensano i romani stessi che possono essere condizionati dall’esserne nativi e cittadini, è una città unica nel suo genere. Tanto da essere considerata eterna. Ma perché viene dato questo appellativo alla città di Roma? Le motivazioni potranno sorprendere e non poco, visto che non c’entra niente la storia cristiana di cui Roma è una delle migliori e più importanti testimonianze storiche.
Un’eternità duratura
Roma non è la prima città ad essere chiamata eterna. Nel corso dei secoli anche altre località (Gerusalemme su tutte, ma anche Kyoto ad esempio) sono state chiamate in questo modo. Roma però, a differenza delle altre, conserva ancora questo ‘titolo’, che negli altri casi è andato in disuso.
Adriano e Albio Tibullo
Il primo vero utilizzo dell’espressione Roma città eterna lo si deve al poeta latino Albio Tibullo il quale, celebre autore erotico dell’epoca, scrisse “Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia” che può essere tradotto come “Né ancora aveva Romolo innalzato le mura dell’Eterna Urbe”. Tale riferimento è presente nelle Elegie di Albio Tibullo, all’interno del secondo libro.
In molti casi l’originalità della definizione di Roma come città eterna, viene riconosciuta all’imperatore Adriano. Durante il suo regno (siamo nel II secolo d.C.) egli pronunciò una sorta di profezia. Questa recitava: “Altre Rome verranno, e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo. […] Roma vivrà, Roma non perirà che con l’ultima città degli uomini“. Quasi come a voler dire che se Roma dovesse scomparire è perché sarà estinta anche la razza umana e non può esserci umanità senza la città di Roma.
Eppure quello dell’imperatore Adriano è un falso. Questa frase, infatti, è stata scritta moltissimi secoli dopo in un romanzo: Memorie di Adriano, della scrittrice Marguerite Yourcenar.
Storia, fede e cultura: l’eternità di Roma
Al di là di come andrà la storia, sia dell’umanità che della città di Roma, di certo c’è che la sua gloria e la sua importanza rimarranno eterne. Ciò che Roma ha significato nei secoli (e per molti aspetti ancora rappresenta visto che è centro della cristianità e dei suoi vertici) rimarrà tale anche ai posteri. La storia e la cultura che l’umanità è stata in grado di esprimere sono ancora oggi visibili all’interno delle mura (e anche fuori di esse) di questa città. Un’eternità che conferisce a Roma una particolare responsabilità, non solo di custodia, ma anche di consapevolezza.
Nonostante i secoli che ci separano dagli splendori della Roma antica o di quella Rinascimentale (tanto per fare due esempi) sono tantissimi, è doveroso che chi vive e visita Roma sia consapevole di questa grandezza. Una grandezza che a Roma si cela in ogni angolo, non solo nei suoi monumenti più noti.
Anche per questo è bello passeggiare per la città di Roma e respirarne, anche a distanza di secoli, la sua importanza. Perché l’eternità di Roma passa anche attraverso ciò che conoscono e imparano i suoi figli, sia turistici che residenti. Di Roma rimarranno sempre l’eternità e la grandezza; non a caso l’altro suo appellativo celebre è quello di essere Caput Mundi.