“Cimitière Militaire Français” – Campagne d’Italie 1943 – 1944“, così è scritto su una colonna che fa da pilastro al cancello in ferro battuto nero all’entrata.
Una pagina della nostra dolorosa storia di guerra si cela a due passi da una delle vie più belle e signorili di Roma, in una delle traverse campestri di via della Camilluccia, quartiere Monte Mario, Roma Nord.
Concediti una passeggiata nel verde per scoprire un pezzetto di storia che poi così lontana non è.
Arrivarci è per chi vuole sfidare un po’ le strade quasi nascoste di questo territorio urbano.
Ma c’è davvero chi va a visitare un Cimitero?
Ci sono altri Cimiteri monumentali nel Lazio?
Si a Roma, c’è uno dei più famosi cimiteri di Italia , il “Verano” un luogo di sepoltura da almeno 20 secoli con la testimonianza delle catacombe ivi trovate di Santa Ciriaca, un luogo che è enorme (si estende per ben 83 ettari), un luogo carico di storia e di sacralità, ma non solo, lì ci sono sepolti molti artisti e personaggi famosi celebri dopo la loro dipartita anche per la maestosità dei sepolcri.
Ora al momento solo chi ha una tomba di famiglia può essere sepolto qui, non ci sono più posti disponibili.
Un altro cimitero della capitale è quello “Acattolico” nel quartiere Testaccio, questo posto nacque perché dal momento che le norme della Chiesa cattolica vietavano di seppellire in terra consacrata i non cattolici – tra cui i protestanti, gli ebrei e gli ortodossi – nonché i suicidi e gli attori, questi, dopo morte, erano “espulsi” dalla comunità cristiana cittadina e inumati fuori dalle mura.
Ma anche fuori Roma ci sono altri luoghi della memoria, come ad esempio il Cimitero Americano di Nettuno, proprio lì dove si consumò la sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale tra i tedeschi e gli americani sbarcati ad Anzio, chiamato proprio per la ferocia della disfatta in “Campo di Carne”.
Anche il Cimitero Monumentale Inglese di Anzio è uno dei diversi cimiteri militari che si trovano nella costa laziale a sud di Roma, alla pari di quello americano di Nettuno e quello tedesco di Pomezia.
Il Cimitero Francese il passato nel presente
Questo terreno fu concesso (con decreto reale) nel lontano 1945, nientemeno che da De Gasperi come omaggio del governo Italiano alle truppe d’oltre alpe che combatterono aspramente e con orgoglio al nostro fianco contro i militari nazi-fascisti.
Non ci furono solo francesi che morirono e trovarono riposo in questo posto, ma tanti marocchini, tunisini ed algerini.
Ma certi eventi si sa hanno una eco molto meno forte, questi giovanissimi ragazzi riuscirono a dare un colpo decisivo ed in maniera ostinata alle truppe tedesche che Hitler volle mettere sulla linea difensiva della “Linea Gustav” nel 1943, di certo fu un momento molto triste della nostra storia , ci furono uccisioni e stupri da parte dei soldati.
Purtroppo la guerra porta con sé delle brutalità inaudite e proprio in quel momento si dice, da un proclama attribuito al generale Alphonse Jiun che così recitava:…oltre quei monti, oltre quei nemici che stanotte ucciderete, c’è una terra larga e ricca di donne, di vino, di case. Se voi riuscirete a passare oltre quella linea senza lasciare vivo un solo nemico, il vostro generale vi promette, vi giura, vi proclama che quelle donne, quelle case, quel vino, tutto quello che troverete sarà vostro, a vostro piacimento e volontà. Per 50 ore. E potrete avere tutto, fare tutto, prendere tutto, distruggere e portare via, se avrete vinto, se ve lo sarete meritato. Il vostro generale manterrà la promessa, se voi obbedirete per l’ultima volta fino alla vittoria…”.
Quindi, dopo lo sbarco degli Alleati ad Anzio nel gennaio 1944, le truppe franco – tunisine collaborarono a sbloccare lo stallo di Monte Cassino, e a maggio i carri armati francesi costrinsero i tedeschi alla resa. Dopo di che l’offensiva alleata continuò ad avanzare, finchè il cinque giugno i generali Clark e Juin entrarono a Roma.
Tutti i sepolcri sono identici, su un tappeto di erba verdissima ci sono fila e fila di croci bianche tutte uguali. Si alcune c’è scritto il nome, su altre no…
Si dice che alcune delle salme fecero ritorno in patria su richiesta delle famiglie.
In totale dei 125.000 combattenti circa 7.000 furono uccisi, 23.500 feriti e 2.100 dispersi. Le spoglie di 1.710 caduti riposano a Roma e 4.345 a Venafro nel Molise.
Ogni anno l’11 novembre (festa che corrisponde al nostro 4 novembre) viene celebrata una cerimonia commemorativa.
Ora che la visita è finita, torna alla tua vita, immergiti nel caos della vicina via Trionfale e riprendi i tuoi normali ritmi senza però aver prima salutato con doveroso rispetto chi è morto per concederti la libertà.
Queste le indicazioni per visitarlo:
Via Casali di Santo Spirito, 70
Orari:
lunedì 08–16
martedì 08–16
mercoledì 08–16
giovedì 08–16
venerdì 08–16
sabato Chiuso
domenica Chiuso
Telefono: 06 329 1769