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Maschere carnevale: la tradizione romana

Maschere di carnevale romane

È abitudine, non solo nei bambini, festeggiare il Carnevale travestendosi da qualche personaggio. L’utilizzo delle maschere di carnevale è molto antico e nel corso dei secoli ha assunto significati molto diversi tra loro. Oggi è rimasto il senso ludico e di divertimento, ma anche quello satirico, specie in alcuni celebri carnevali dove i carri allegorici portano in scena i personaggi della vita reale (soprattutto quelli della politica o dello spettacolo). Il periodo di carnevale, che precede quello più austero della Quaresima, è in ogni regione d’Italia segnato da tradizioni, riti, usanze e, anche, maschere. Anche Roma ha le sue maschere di carnevale, alcune note e altre meno, che meritano di essere conosciute. Scopriamo quindi quali sono.

Le maschere di carnevale

Lo abbiamo accennato ed è importante tornarci brevemente sopra: il ruolo delle maschere di carnevale. In passato venivano utilizzate sia a scopo teatrale che religioso ed erano uno dei modi principali per caratterizzare un personaggio. Al di là dell’aspetto giocoso e scherzoso, le maschere tipiche del carnevale rappresentano i tratti caratteristici di un popolo. Per questo in Italia sono molto marcate le differenze tra le varie maschere. Queste maschere portano in scena vizi e virtù sia dei nobili che della povera gente, in un teatro che ha come palcoscenico la strada della propria città.

Non solo Rugantino e Meo Patacca

Quando si parla di maschere romane di carnevale il pensiero corre immediatamente a Rugantino, anche per questo spesso portato in scena in diversi spettacoli teatrali. Un altro nome noto di questa tradizione è quello di Meo Patacca che, insieme a Rugantino, sono spesso considerati come le due uniche maschere di carnevale di Roma. In realtà la romanità, anche per quel che riguarda il carnevale, ha una tradizione molto ricca che pone l’attenzione anche sui personaggi di Cassandrino, Don Pasquale e del Generale La Rocca. Conosciamo meglio i loro profili.

5 maschere di carnevale tipicamente romane

Rugantino

Rugantino
Fonte: romasparita.eu

È uno dei personaggi tipici della romanità, anche perché arriva da uno dei quartieri tipici di Roma: Testaccio. Rugantino è un giovanotto arrogante e abile sia con le parole che con il coltello, ma fondamentalmente è buono e sa farsi voler bene. Nel nome è nascosto il significato del suo personaggio: Rugantino, infatti, deriva da ruganza, arroganza. La storia di Rugantino è una tragedia amorosa e anche per questo è oggetto di continue riproposizioni teatrali.

Meo Patacca

Meo Patacca
Fonte: teatrodinessuno.it

Anche la maschera di Meo Patacca racconta bene uno dei tratti tipici dell’essere romano. È infatti uno spaccone, amante dei litigi e sempre pronto a raccontare le sue gesta. Meo Patacca arriva da Trastevere, uno dei quartieri più popolari di Roma. Uno dei tratti distintivi dell’abbigliamento di Meo Patacca è la presenza del coltello, che egli porta sempre con sé come un valido amico cui ricorrere in ogni circostanza.

Cassandrino

Cassandrino
Fonte: joshuabear.blogspot.com

Tra le maschere di carnevale romane meno note troviamo Cassandrino, un uomo di origine nobile, padre di famiglia e un po’ credulone. Il personaggio di Cassandrino è legato alle lamentele del popolo di Roma contro il governo dei papi. Proprio per questo motivo la maschera di Cassandrino ebbe un notevole successo nel periodo in cui la censura pontificia fu più insistente.

Don Pasquale

Don Pasquale
Fonte: joshuabear.blogspot.com

Il nome non deve trarre in inganno: non parliamo infatti di un sacerdote, ma di un uomo ricco e allo stesso tempo sciocco il cui unico obiettivo è quello di riposarsi. Ama vestire bene e la sua vita è costellata dalle beffe che gli vengono rivolte dalle persone che lo circondano.

Generale La Rocca

Generale La Rocca
Fonte: eosrivista.com

Il Generale La Rocca è uno stracciarolo che vende stracci e articoli usati con il suo banco a Campo de’ Fiori. La curiosità del Generale La Roma è che sia il nome che la maschera era stata inventata da lui stesso proprio per il carnevale romano. Egli amava andare in giro per Roma in groppa al suo asinello, ma questo suo modo di fare gli procurava un costante lancio di ortaggi marci da parte dei suoi concittadini.

Scritto da Daniele Di Geronimo

Giornalista pubblicista e Copywriter. Da Roma non ho preso solo la provincia di nascita, ma anche l'amore e l'interesse per una città unica nel suo genere convinto che il meglio della sua storia possa (e debba) ancora essere vissuto e raccontato.

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