Sicuramente hai già sentito parlare dei famosissimi Nasoni, le fontanelle romane, che con la loro unica ed inconfondibile silhouette arredano la città eterna da molti lustri.
I Nasoni sono sparsi in tutta l’area urbana della Capitale, dal centro fino alle periferie, hanno origine dai famosissimi acquedotti, frutto di fine ingegneria, che tutto il mondo ci invidia.
Non tutte le fontanelle di Roma sono pregiate, ma fanno parte della storia e della quotidianità dell’Urbe.
L’ acqua che sgorga e zampilla in continuazione assomiglia alla veloce, frenetica ed ineguagliabile parlantina dei romani. E’ bellissimo perdersi tra i vicoli del centro storico e cercare un Nasone per rinfrescarsi e refrigerarsi dalla calura, oppure vedere i bambini che felici giocano a schizzarsi tra di loro.
Ma qual è la storia dei Nasoni?
La loro origine risale dopo l’unità d’Italia tra il 1872 e 1874, quando il primo sindaco, tale Luigi Pianciani, decise di arricchire la città con queste fontanelle pubbliche e gratuite, ma non solo, avevano anche lo scopo di far sfogare la rete idrica.
Roma è l’ unica città al mondo che possiede delle polle progettate e realizzate per dissetare i propri cittadini.
I primi Nasoni erano di fattura diversa, forgiati in ghisa, od in travertino, di forma cilindrica e con il getto che sgorgava da 3 teste di drago, di questi esemplari ne sono rimasti solo tre, al Pantheon, in via delle Tre Cannelle, che ovviamente prende il nome proprio da loro, e in via di San Teodoro.
Col passare degli anni, furono modificati e assunsero la forma odierna, di certo non meno amati dai Romani, con il cannello che ricorda un naso lungo e malridotto, da cui deriva il nome conosciuto in tutto il mondo ed elevati al pari dei più famosi monumenti della città.
Per il romano il simbolo del Nasone è strettamente legato alla sua cultura e storia, i Romani rinunciano volentieri a comprare l’acqua in bottiglia e bere da questo emblema capitolino, a tal punto da fare delle vere e proprie acrobazie per torcersi e bere l’acqua freddissima.
Il romano ama il Nasone.
La loro storia ha avuto degli alti e bassi, perché diverse amministrazioni comunali, anche in anni recenti, hanno provato a minarne e correggerne la funzionalità, cercando di apportare delle modifiche alla loro fruibilità, per fortuna senza alcun successo.
Diamo un pò di numeri
Sei in giro ed hai sete? Nessun problema, puoi riempire la tua bottiglietta, oppure con un dito chiudere il foro della cannella e con lo zampillo altissimo, attento a non bagnarti, sorseggiare acqua freschissima.
I Nasoni a Roma sono 2500, di cui 280 dentro le mura, poi ci sono altre 114 fontanelle pubbliche e gratuite, che rendono Roma la città con più fontanelle pubbliche al mondo. E sono per tutti: romani, turisti e animali, sì anche per i nostri amici a 4 zampe.
Il gruppo editoriale Innocenti Editore ha stilato una vera e propria mappa, una sorta di caccia al tesoro tra le più o meno antiche viuzze, per cercare il Nasone più vicino alla tua bramosia di acqua.
Le fontanelle, i Nasoni di Roma, sono un patrimonio prezioso per tutta la città, ricche di storia e cultura che non devono scomparire ed essere dimenticate.
Roma riceve il 97% dell’acqua potabile dalle sorgenti e il 3% dai pozzi, l’acqua è di altissima qualità.
I romani hanno consegnato acqua pulita in città per oltre 2000 anni e ancora lo fanno.
Intorno a queste fontane sono cresciute generazioni intere, si sono ritrovate nelle piazze e nei parchi frotte di bambini e ragazzi e speriamo che accada ancora ed ancora.
“Perché l’acqua di Roma è la più bona del monno”