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Lupa Capitolina: oltre il simbolo della città

Lupa Capitolina

Per rappresentare Roma ci sono tantissimi simboli: il Colosseo e Piazza del Campidoglio (tanto da essere le rappresentazioni scelte sul retro di due monete degli Euro), ma anche il Cupolone di Piazza San Pietro, Fontana di Trevi o uno degli altri celebri monumenti della città. Ma ce n’è uno che potremmo dire riassume tutti questi; parliamo della celebre Lupa Capitolina. La scultura in bronzo raffigurante la lupa che allatta due giovani e che rievoca niente meno che le vicende che portarono alla fondazione della città eterna. Motivo per cui merita di essere conosciuta, anche oltre le leggende e la tradizione.

La statua in bronzo

La scultura in bronzo, dalle dimensioni di 75cm, risale al V secolo a.C. (stando ad alcune ricostruzioni è di epoca medievale). È custodita all’interno di una sala dei Musei Capitolini ed è arrivata in Campidoglio dopo la donazione fatta da Papa Sisto IV. Anticamente era posizionata sulla facciata del palazzo che oggi ospita il municipio della città e furono portati all’interno solamente durante gli interventi di ristrutturazione portati avanti da Michelangelo.

L’evento provvidenziale che la rese anche sacra

Una data significativa è quella del 65 a.C. che corrisponde alle primissime attestazioni della presenza della statua della lupa a Roma. La statua era conservata nel Campidoglio romano e li rimase fino a quando un fulmine non la colpì. Questo evento provocò l’immediata reazione dei romani che la nascosero rendendola invisibile agli occhi della gente. Tale decisione ha una ragione ben chiara: le statue che venivano colpite da disgrazie naturali (tra cui anche i fulmini) venivano considerate sacre e per questo non visibili comunemente. Il nascondiglio consentì alla statua di sopravvivere alle invasioni barbariche e rimanere intatta per diverso tempo, fino a quando fu ritrovata e restituita alla visibilità dei romani.

I gemelli e la fondazione di Roma

Partiamo dalla leggenda. Questa narra che Romolo e Remo, figli di Marte e della vestale Rea Silvia, furono trovati da questa lupa che si occupò di loro e allattandoli, così com’è raffigurato proprio nella celebre statua di bronzo. In realtà la Lupa Capitolina che oggi possiamo ammirare molto probabilmente non c’entra nulla né con la fondazione della città né con Romolo e Remo. Il motivo? Come riferito dal sito dei Musei Capitolini “La creazione dell’opera, che in origine non aveva probabilmente niente a che fare con la leggenda delle origini di Roma, può essere fatta risalire a botteghe etrusche o magno-greche del V secolo a.C..”.

Tra l’altro i gemelli furono aggiunti dopo, durante il restauro di Michelangelo, proprio a voler sfruttare una scultura già esistente per darle il senso che oggi universalmente le attribuiamo. In realtà l’inserimento dei due gemelli nella statua della Lupa Capitolina non fu del tutto arbitraria. Infatti ci sono diverse testimonianze che riferiscono come questa fu un’iconografia ampiamente utilizzata nelle monete romane. Questo avvenne soprattutto nell’epoca imperiale, quando si definirono alcuni attributi che l’immagine doveva avere in base al messaggio che si voleva comunicare.

La lupa con la testa alzata raffigura la grandezza dell’impero romano; la lupa con la testa rivolta verso i due gemelli rappresenta la protezione che l’imperatore concedeva al popolo romano. Invece quando la lupa è rappresentata accovacciata è una rappresentazione della docilità concessa dall’intervento divino.

Come vedere la Lupa Capitolina

Oggi la Lupa Capitolina è conservata all’interno dell’omonima sala (Sala della Lupa) nei Musei Capitolini. Questo è il museo pubblico più antico del mondo (la fondazione risale al 1471 grazie all’intervento di Papa Sisto IV). Per visitare i Musei Capitolini è possibile acquistare i biglietti online scegliendo tra il biglietto intero (14.50€ per i non residenti e 13.50€ per i residenti) o quello ridotto (12.50€ per i non residenti e 11.50€ per i residenti).

Arrivando in Piazza del Campidoglio, dando le spalle ai Fori Romani, è possibile vedere in cima a una colonna un’altra Lupa Capitolina, ma questa è una copia di misure ridotte.

Scritto da Daniele Di Geronimo

Giornalista pubblicista e Copywriter. Da Roma non ho preso solo la provincia di nascita, ma anche l'amore e l'interesse per una città unica nel suo genere convinto che il meglio della sua storia possa (e debba) ancora essere vissuto e raccontato.

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